I Taralli e le Scarcelle
Ecco una ricetta alla quale sono molto legata, i taralli e le scarcelle di Pasqua. Mia nonna materna preparava questi dolci la mattina del Giovedì Santo, nella grande cucina linda. Con i capelli raccolti e indosso un grembiule, dopo aver fatto il segno della croce si accingeva a impastare sul tavoliere con gesti precisi, quasi compiesse un rito. Noi bambini non avevamo la possibilità di mangiare molti dolci a quei tempi ed eravamo contenti anche per l’avvicinarsi della festa e smettevamo di giocare per assistere alla preparazione dei biscotti. Nelle sue mani la farina si trasformava in una massa compatta ed omogenea, poi la nonna staccava dall’impasto dei pezzetti di pasta e li faceva rotolare sulla spianatoia con le mani infarinate formando lunghi e stretti bastoncini, li tagliava a pezzetti e formava i taralli, poi li sistemava su una tavola ricoperta da una pezza di lino candido. Infine preparava qualche scarcella, alle bambine la borsetta e ai maschietti il “galluccio”. Nessuno aveva il forno in casa e si attendeva l’arrivo del ragazzo del fornaio, il quale portava grandi teglie nere dove la nonna disponeva i taralli. Era usanza aggiungere un biscotto con le iniziali della famiglia, o sigillare i taralli con il segno di una chiave, in modo da poterli riconoscere al momento del ritiro, una volta cotti. Dopo qualche ora si andavano a prelevare portando dei sacchi puliti. Si mangiavano il Lunedì dell’Angelo.
Ecco una ricetta alla quale sono molto legata, i taralli e le scarcelle di Pasqua. Mia nonna materna preparava questi dolci la mattina del Giovedì Santo, nella grande cucina linda. Con i capelli raccolti e indosso un grembiule, dopo aver fatto il segno della croce si accingeva a impastare sul tavoliere con gesti precisi, quasi compiesse un rito. Noi bambini non avevamo la possibilità di mangiare molti dolci a quei tempi ed eravamo contenti anche per l’avvicinarsi della festa e smettevamo di giocare per assistere alla preparazione dei biscotti. Nelle sue mani la farina si trasformava in una massa compatta ed omogenea, poi la nonna staccava dall’impasto dei pezzetti di pasta e li faceva rotolare sulla spianatoia con le mani infarinate formando lunghi e stretti bastoncini, li tagliava a pezzetti e formava i taralli, poi li sistemava su una tavola ricoperta da una pezza di lino candido. Infine preparava qualche scarcella, alle bambine la borsetta e ai maschietti il “galluccio”. Nessuno aveva il forno in casa e si attendeva l’arrivo del ragazzo del fornaio, il quale portava grandi teglie nere dove la nonna disponeva i taralli. Era usanza aggiungere un biscotto con le iniziali della famiglia, o sigillare i taralli con il segno di una chiave, in modo da poterli riconoscere al momento del ritiro, una volta cotti. Dopo qualche ora si andavano a prelevare portando dei sacchi puliti. Si mangiavano il Lunedì dell’Angelo.
Ingredienti 1/2 kg di farina 00, 150 g di zucchero semolato, 130 ml di olio extravergine di oliva leggero, appena scaldato con buccia d’arancia e limone oppure 150 g di burro morbido 2 uova 10 g di ammoniaca per dolci (o 1 bustina di lievito) Per la glassa: 150 g di zucchero a velo, gocce di limone Per le decorazioni: uova sode, granella di zucchero colorato |
modalità di preparazione
Sulla spianatoia versate la farina mescolata allo zucchero, create un vuoto al centro e versate l’olio aromatizzato dalle bucce degli agrumi o il burro, fatelo assorbire formando un impasto sbriciolato, aggiungete le uova e infine l’ammoniaca sciolta in poco latte tiepido. L’odore un po’ forte che si sprigionerà, svanirà quando i biscotti saranno cotti e raffreddati. Possiamo sostituire l’ammoniaca per dolci con 1 bustina di lievito.
Avvolgete l’impasto in una pellicola trasparente e lasciatelo riposare per circa 1/2 ora.
Bollite le uova, serviranno per decorare i dolci e fatele raffreddare.
Stendete la pasta ottenuta in sfoglie non troppo sottili e ricavate delle forme di colombine, fiori, cuori, o borsette. Ponete su ciascuna di esse un uovo e fissatelo con 2 striscioline di pasta disposte a croce; poi, infornate a 180° C per 25 minuti circa, controllando il colore. Dovranno essere dorate.
Infine preparate la glassa, mettete in una ciotola 150 g di zucchero a velo con poche gocce di limone e 2 cucchiai d’acqua, mescolate energicamente con una frusta a mano per 10 minuti, (per velocizzare usate lo sbattitore elettrico) fino ad ottenere una crema liscia e densa. Una volta cotti i dolci fateli intiepidire; spennellateli con la glassa, spolverateli con zucchero a granellini colorati e fate asciugare. Si possono asciugare anche in forno a 150° C per pochissimi minuti.
Con questo impasto si preparano anche i taralli di Pasqua con o senza glassa.
Sulla spianatoia versate la farina mescolata allo zucchero, create un vuoto al centro e versate l’olio aromatizzato dalle bucce degli agrumi o il burro, fatelo assorbire formando un impasto sbriciolato, aggiungete le uova e infine l’ammoniaca sciolta in poco latte tiepido. L’odore un po’ forte che si sprigionerà, svanirà quando i biscotti saranno cotti e raffreddati. Possiamo sostituire l’ammoniaca per dolci con 1 bustina di lievito.
Avvolgete l’impasto in una pellicola trasparente e lasciatelo riposare per circa 1/2 ora.
Bollite le uova, serviranno per decorare i dolci e fatele raffreddare.
Stendete la pasta ottenuta in sfoglie non troppo sottili e ricavate delle forme di colombine, fiori, cuori, o borsette. Ponete su ciascuna di esse un uovo e fissatelo con 2 striscioline di pasta disposte a croce; poi, infornate a 180° C per 25 minuti circa, controllando il colore. Dovranno essere dorate.
Infine preparate la glassa, mettete in una ciotola 150 g di zucchero a velo con poche gocce di limone e 2 cucchiai d’acqua, mescolate energicamente con una frusta a mano per 10 minuti, (per velocizzare usate lo sbattitore elettrico) fino ad ottenere una crema liscia e densa. Una volta cotti i dolci fateli intiepidire; spennellateli con la glassa, spolverateli con zucchero a granellini colorati e fate asciugare. Si possono asciugare anche in forno a 150° C per pochissimi minuti.
Con questo impasto si preparano anche i taralli di Pasqua con o senza glassa.