Le mie nonne erano molto brave in cucina, biscotti buoni come i loro non ne ho mai più mangiati, forse la povertà stimolava la fantasia, inoltre le mani e le braccia erano allenate perchè c'era sempre da impastare una grande quantità di pane per le famiglie numerose e forse per questa praticità i loro dolci venivano molto soffici.
Ricordo dei grandi taralli profumatissimi che la nonna Maria preparava in rare occasioni, compreso il mio onomastico, (era anche il suo), lei li chiamava i Taralli della Zita, non chiedetemi il perchè, allora ero troppo piccola, forse si offrivano alle feste di fidanzamento e chissà quante volte li ha preparati per i suoi otto figli.
Ricordo dei grandi taralli profumatissimi che la nonna Maria preparava in rare occasioni, compreso il mio onomastico, (era anche il suo), lei li chiamava i Taralli della Zita, non chiedetemi il perchè, allora ero troppo piccola, forse si offrivano alle feste di fidanzamento e chissà quante volte li ha preparati per i suoi otto figli.
Taralli della Zita
Ingredienti 450 g di farina 00 50 g di mandorle tritate senza la pellicola esterna 50 ml di vino rosato 200 g di zucchero 3 uova misura media 40 ml di olio extravergine delicato buccia di 1/2 limone grattugiata 10 g di cannella i semini di 1/4 di bacca di vaniglia 1/2 bustina di lievito Procedimento In un pentolino scaldare il vino rosato, unire lo zucchero e far sciogliere per pochi minuti a fiamma bassa mescolando ogni tanto. Togliere dal fuoco e far raffreddare. Impastare in una ciotola la farina setacciata con il lievito, le mandorle, l'olio, lo sciroppo di vino e zucchero, la buccia di limone, la vaniglia, la cannella e le uova. Lavorare benepoi mettere in una coppetta e riporre per 10 minuti in frigorifero, l'impasto si rassoderà. Iniziare a scaldare il forno a 175°C. Infarinare leggermente la spianatoia, formare dei rotolini di 2 cm di spessore e lunghi 20 cm, chiuderli a tarallo... mia nonna usava la parte finale di una chiave per sigillarli. Disporli in una teglia su carta forno, infornare per circa 12 minuti. Si conservano a lungo in una scatola di latta. La cara nonna li offriva con il vermouth, io li servo con un buon rosato del Salento, lo stesso usato nell'impasto e poi ... per "inzupparli" |